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Dal nostro corrispondente

Natale in Italia è meglio di quello in UK?” Questa è la domanda che una mia amica abbastanza alticcia mi ha posto qualche giorno fa, durante una di quelle feste tra amici in cui ci si scambiano gli auguri ed i regali. “Non lo so, non saprei dirlo” le ho risposto per tagliar corto (ok, avevo preso tre flute di champagne e non ero nel mood giusto per ponderare una risposta).

Ma a pensarci bene… È davvero difficile dirlo.

Londra è cool.

È in assoluto il posto più figo dove si possa andare. È sempre proiettata verso il futuro, pur rimanendo tradizionale e conservatrice. La sua forza risiede proprio in questa assurda miscela che questo periodo dell’anno raggiunge le vette più alte.

Quasi ogni porta ha una ghirlanda ed ogni rispettabile bow window ha il suo albero di natale; in ogni caffè in cui ti rechi puoi trovare una miscela delle feste ( quest’anno il gingerbread latte di Starbucks batte tutti!); Winter Wonderland ed i mercatini riaprono i battenti. Da inizio novembre puoi vederlo il Natale, puoi ascoltarlo, puoi assaggiarlo e puoi addirittura sentirne l’odore. Ed è sempre stato così. Inoltre Natale è una festività celebrata dalla comunità intera: è tutto chiuso, dalla metro ai ristoranti, per permettere alla gente di stare a casa con i parenti e gli amici. E per smaltire la sbornia dopo i troppi drink della notte precedente (nonostante io non lo ammetterò mai, trovo abbastanza strano che una grande, grande città come Londra e l’enorme numero di turisti che sono qui rimangano sprovvisti di servizi).

L’Italia non è così cool.

Le mitiche adunate di famiglia ed i pranzi pantagruelici la fanno ancora da padrone a Natale. Apparentemente è più religiosa e più legata alle tradizioni in ogni aspetto: per esempio a Roma c’è il mercato natalizio a Piazza Navona dove tutti comprano le statuine del presepe o le calze ed i dolci per riempirle (anche se altrove troverebbero prodotti migliori a prezzi più convenienti).

L’Italia si sta facendo più “europea” poiché le strade e le piazze vengono decorate con più cura e la gente abbellisce le proprie case- all’interno ed all’esterno- con decori meno classici del presepe o dell’albero.  

Oggi puoi trovare abiti natalizi o cibi come gli omini di pan di zenzero che più o meno erano sconosciuti sino a pochi anni fa (una volta li abbiamo preparati per regalarli alla mia nonna italiana, mettendoli in una latta bellissima. Quando lei la aprì, esclamò: ”Questi piccoli Gesù Bambino sono così carini, ma devo chiedere al prete se si fa peccato mangiandoli”. Mamma ed io ci scambiammo quello sguardo che vuol dire: ok, non c’è speranza, mai più).

From our correspondent

“Is Italian Christmas better that the British one?” This is what a pretty drunk friend of mine asked me some days ago in one of those parties where friends exchange greeting and gifts. “I don’t know, I can’t say it.” I replied her to cut short (ok , I had had 3 flutes and was not into the right mood to ponderate).

Well, thinking about it…it is really difficult to say.

London is cool.

It’s absolutely the coolest place I have been. It’s always futuristic besides being traditional and conservative. Its strenght relies on this absurd blend. In this period of the year this process reaches its highest effect.

About every door has a wreath and every respectable bow window has its Christmas Tree, in every coffee shop you go you will find a festive blend ( this year the gingerbread latte in Starbucks rocks!),  Winter Wonderland and the Christmas markets in town open their doors again. Since early November you can see it, you can listen to it, you can taste it and you can eventually smell it. It has always been like this.

Besides, Christmas is a celebration for the whole community, as everything, from public transport to restaurants, is closed to allow people to stay home with family and friends…and to sober up after the too many drinks of the night before (I would never admit it, I find a little odd that a big city like London and the huge amount of turists here remain unserved…).

Italy is not that cool, the iconic familiar reunions and the pantagruelic food sessions still rule on Christmas. Apparently it is more religious and more bound to the tradition in every aspect, for example in Rome there’s the seasonal market in Piazza Navona, where everybody buy figures for presepe, the sock and the sweets to fill it in ( even though there are other places where you can find better products at more convenient prices).

Italy is turning more “European” because now streets and squares are more accurately decorated, people spruce up their houses -inside and outside- with less classic decors than presepe or the tree. Now you can find festive clothes or things like the gingerbread men that almost anybody knew few years ago (once I baked them with mum and presented them to my Italian grandmother in a wonderful thin box. When she opened it, she  exclaimed : “these Baby Jesuses are so lovely, but I have to ask the priest if we make a sin by eating them”. Mum and I exchanged that glance that means: ok, no hope, never again).

Marcantonio Posa per malacopia