Bentornati a MalaVision, l’unica rubrica di Malacopia con tutti i benefit, che vi trascinerà a forza nei meandri dell’evento musicale più seguito al mondo, anche più di “Una voce per Padre Pio”. SIGLA!

Nelle precedenti puntate abbiamo visto il regolamento e la storia (1 e 2) degli ESC, quindi cosa può ancora mancare, secondo voi? ESATTO! L’Italia all’Eurofestival! Che bello, ho proprio dei lettori attenti (oddio, sto per attraversare la fase Dora l’Esploratrice, perdonatemi).

Questa volta però, per rendervi più svelta e snella (come me) la lettura, non ripercorreremo i vari decenni, ma conosceremo i nostri rappresentanti del passato in ordine di risultati, dal più migliorissimo (si dice più migliorissimo?) al più scarso.

Noi italiani siamo tra i fondatori di questa meravigliosa competizione, considerato che ci hanno letteralmente scippato l’idea del Festival di Sanremo. Solo per questo meriteremmo la vittoria tutti gli anni a prescindere, ma così non è! Nella cruda realtà, abbiamo portato a casa la vittoria solamente in due occasioni: nel 1964 a Copenaghen con Gigliola Cinquetti e “Non ho l’età (per amarti)”, e 26 anni dopo con Toto Cutugno e “Insieme:1992”, canzone paraculissima ma superefficace ai fini del trionfo finale. Se tanto mi dà tanto, ad oggi sono passati 25 anni e abbiamo una canzone paraculissima in gara… Io non ho detto niente!

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Sempre in due occasioni siamo arrivati sulla piazza d’onore, e il silver plate è un evergreen che non deve mancare in tutte le case. A regalarci tale giuoia ci hanno pensato Raphael Gualazzi nel 2011 (dopo 14 anni di assenza dalla competizione) e… Indovinate un po’? La Gigliola Cinquetti! Sì, proprio lei nel 1974 arriva seconda, ma è giustificata dal fatto che quell’anno a vincere furono gli ABBA. Mica pizza con i fichi!

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Col bronzo invece non so che cosa ci si possa fare, però di medaglie fatte di questo materiale ce ne siamo portate a casa giusto quattro: nel 1958 con Domenico Modugno e “Volare” (ma chissenefrega, è solo la canzone italiana più famosa al mondo, con tanti saluti da parte dei suoi eredi, vedi alla voce: ROYALTIES), nel 1963 con Emilio Pericoli (WHO?) e “Uno per tutte” (WHAT?), nel 1975 con Wess e Dori Ghezzi e “Era”, e nel 1987 con “Gente di Mare” di Umberto Tozzi e Raf.

Malacopia_malavision_Raf

Poi ci sono quelli un po’ sfigatelli che arrivano per un niente ai piedi del podio, e per noi italiani il 4° posto non ha mai portato benissimo. Non ci credete? Allora ricordate cosa è successo a Mia Martini (quarta nel 1992 con “Rapsodia”, la sua scomparsa è ancora una delle pagine più tristi del mondo della musica italiana) o, ancora peggio, ai Jalisse (quarti a Dublino nel 1997 con “Fiumi di parole”, boicottati quell’anno dalla Rai perché dati per favoriti e finiti presto nel dimenticatoio musicale).

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Nonostante le poche soddisfazioni, però, siamo finiti in Top Ten nel più della metà delle occasioni Eurofestivaliere. Tra i cantanti italiani meglio piazzati dal 5° al 10° posto troviamo Massimo Ranieri (5° nel 1971), Franco Battiato e Alice con “I treni per Tozeur” (5° nel 1984), Alan Sorrenti (6° posto nel 1980 con “Non so che darei”), Marco Mengoni (7° nel 2013), Gianni Morandi (8° nel 1970 con “Occhi di Ragazza”) e Nina Zilli (9° nel 2012).

Tra i rappresentati italiani all’ESC troviamo anche i Matia Bazar (15° nel 1979), Luca Barbarossa (12° nel 1988), la Ivona Zanicchi (13° nel 1969) e i Ricchi e Poveri (12° nel 1978).

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Una menzione speciale va all’unica coppia ad averci rappresentato per ben due volte: Albano e Romina arrivarono in entrambe le occasioni 7° (nelle edizioni 1976 e 1985), regalandoci in compenso due perle da antologia: nel 1976 Albano si scordò le parole di “We’ll live it all again” lasciando nel panico più totale la povera Romina; nel 1985 si dimenticarono il buon gusto e presentarono dei costumi tricolore improponibili sulle note di “Magic, oh Magic” (ma per questo potrei chiedere conferma al mio collega Piero).

Malacopia_malavision_Albano

E infine arriviamo alle note dolenti: chi sono i due rappresentanti italiani ad aver fatto la figura dei cioccolatai (che salutiamo, mi mancate!)? Ve lo dico subito! Una, come ben saprete, è una freschissima Emma Marrone che nel 2014 arrivò solamente 21° su 26, pur essendo una delle favorite alla vittoria (e la figuraccia è proseguita dopo, con una serie di inutili polemiche).

Ma non è lei la peggiorA: il più peggiorissimo della storia italiana agli Eurovision Song Contest in realtà è… Domenico Modugno! Già, proprio lui arrivò ULTIMO nel 1966 con il capolavoro “Dio come ti amo”, ed è ancora oggi l’unico cantante nostrano a chiudere la gara con il malvoluto “nul points”, ovvero a ZERO! Da lì in poi la nostra fiducia nel gusto musicale degli europei andò a farsi friggere come un panzarotto!

Malacopia_malavision_Emma

Signore, Signori, finisce qui Malavision per quest’anno, ma aspettate prima di compiere gesti estremi! Il nostro speciale appuntamento con gli Eurovision Song Contest continua nel nostro gruppo Facebook, su Twitter con l’hashtag #malaVision, e in tutti i salotti bene d’Italia, perché noi vogliamo un sacco di gruppi d’ascolto per il 60° Gran Premio Eurovisione della Canzone. L’appuntamento è il 19, 21 e 23 Maggio, in diretta su Rai4, Rai2HD, in tutti i luoghi e in tutti i laghi!

Andrea Ledda per malacopia