logo-sanremo-2014-800Vabbè, coming out. Tanto è di moda: a me piace la canzone che ha presentato Francesco “Selfie” Sàrcina. E pure lui più invecchia più diventa bòno, come il vino. Ho le vibrazioni dappertutto e glielo faccio anche sapere

Non tutti la pensano come me, me ne faccio una ragione:

 

Ok, ora che ho confessato mi sento meglio e posso procedere con i commenti acidi.

IL TEMA DELLA SERATA: ASYLUM

Ovvero la psicosi collettiva. Era già cominciata la sera prima, quando Fazio si è presentato sul palco in vestaglia e pantofole, cosa che ha suscitato sentimenti contrastanti tra i twitteri, nonché false speranze:

la conferma di stare al manicomio giunge con l’inatteso flash mob, o “finto attacco a Sanremo” (parta la sigla di Profondo Rosso!). Se ve lo siete persi, rewind: un tipo dal pubblico comincia a lamentarsi a voce alta; si alza, va incontro a Fazio, gli prende il microfono e comincia a cantare. Anche bene; arriva il buttafuori e lo butta fuori, effettivamente. Quando torna, comincia a cantare anche lui (bene) e dal pubblico spuntano come funghetti altri cantanti da ogni dove, e aumentano, aumentano, diventano una folla, sono dappertutto, si moltiplicano come i gremlins e a un certo punto diventa inevitabile farsi una domanda fondamentale:

* L’idea, va detto, è carina, al contrario di tutte le baggianate viste le serate precedenti. Bravissimi gli israeliani  “Shai Fishman and the a cappella all stars”, dei professionisti.

THE NIRO, OVVERO NICK OLSON

Le nuove proposte non sono brillanti come le precedenti: passano il turno il rapper Rocco Hunt (sul quale non posso dire nulla perché mi sono addormentata come una pera cotta) e The Niro. E quivi tocchiamo il fondo in tema di follia. Non si sa se per colpa di un morso ricevuto dietro le quinte da parte di TheBloodyBeetrots o per via di un virus alieno messo in giro dalla collana di Noemi la sera prima, fatto sta che il povero malcapitato concorrente fa altro che alzare gli occhi al cielo con lo sguardo di Jack Torrance quando il cervello gli va in frittata. Secondo me dal pubblico qualcuno ha avuto paura tirasse fuori un’accetta da un momento all’altro. Su twitter il pensiero generale condiviso è più o meno

INDIETRO TUTTA

Il momento dell’evocazione dell’ospite con la seduta spiritica è sempre più vicino. Secondo me Renzo Arbore è stata l’ultima carta da giocare ancora viva. Che poi, ok che bella che è la canzone napoletana, ma non è che siamo davvero solo pizza e mandolino, dài. E poi, caro Padre Fazio, un ricordo di Mariangela Melato? Possibile che si possa ignorare la memoria della più grande attrice dei nostri tempi? In ogni caso, la performance dura poco: solo cinque ore e quarantacinque minuti durante i quali, da casa, siamo rimasti ipnotizzati per via del colorito di Arbore emanante neutrini, neutroni e forse anche bosoni:

 

LA CLASSIFICA

Primo vero momento di gara in tre giorni: la classifica parziale. Alle ore 10.32 (lo documento perché non ci credo neanche io) mi appare la Sibilla Cumana e mi manda una visione che non posso evitare di diffondere a tutti:

E infatti, Renga domina la prima posizione. Arisa seconda e Rubino terzo. Tutti gli altri rosicano. Ma ci sono ancora due serate e non tutto è perduto. Intanto la platea femminile ne approfitta per esternare concetti di altissima rilevanza sul presunto vincitore:

d’altra parte l’avevo detto io che

Cosa ci riserverà il futuro? Lo scopriremo tra qualche ora. Nel frattempo, godiamoci il fatto che è venerdì e che, almeno, domani potremo recuperare il sonno.

*P.S. Barbara Sgarzi, della quale riporto il tweet divertente e che ringrazio per avermelo concesso, è una figa. Non soltanto perché è mia concittadina (che già basterebbe), ma soprattutto perché è una giornalista in gamba che crede moltissimo nei social, nel loro ruolo e nella condivisione delle risorse. Per questo val la pena di citare la sua ultima pubblicazione, “Social Media ed editoria: 21 voci autorevoli raccontano strategie, opinioni e strumenti”; la potete ordinare su Amazon a questo link, al costo di soli due caffè. Che valgono una lettura interessante, attuale e – per molti – utile.

Erika Muscarella… for malacopia