Al centro sociale Antonio Montanari in Via di Saliceto 3/21 Bologna, sabato 1 Marzo ore 21 nel teatro Cevenini serata di Cabaret con i Gemelli Ruggeri.

Gemelli Ruggeri1(Ri)eccoli i Gemelli Ruggeri, nella sporca vita Luciano Manzalini e Eraldo Turra, “i gemelli monocotiledoni, monozigoti, monoovulari, bicellulari (insomma quelli identici), però i più diversi del mondo conosciuto”, con uno spettacolo di cabaret che è un po’ la summa delle loro qualità. Si parte, con un bel ritmo, dalla loro fisicità contrappositiva – il grosso (più grosso che grasso, dai) vs. il magro, manifestazione esteriore del loro modulo stilistico, per tessere poi tutta l’ironia quale inversione dell’opposto, che crea quell’effetto “surreale” che tutti associamo alla loro comicità.

Durante lo spettacolo si ride molto, e allo stesso tempo si ha la sensazione fondata che dietro ci sia un grande lavoro e un’abilità piuttosto rara di questi tempi. Quando si ride di gusto e così naturalmente, sembra che non ci sia niente di più facile. IN realtà è noto che far ridere è una delle cose più difficili a questo mondo, ergo i Gemelli Ruggeri sono molto bravi. Mi viene da pensare che siano TROPPO bravi. guidaacroda-500x500Sì, perché io che non sono frequentatrice delle bettole della comicità genere zelig, ahimè non mi ci sottraggo visto che zelig è come il maiale e viene inferta sulla vittima ogni misera battuta fino al collassamento con bava da cane di pavlov, e quei cosiddetti comici ce li ritroviamo negli spot, in film italioti, in libri figli del format “cento migliore barzellette di totti”, nelle gag ri-scimmiottate ogni giorno dal vicino di casa o dal collega di lavoro in ufficio. La povertà di ingegno degli autori ossessivo-compulsivi partorisce una gag a comico, una frase (di solito con accento regionale), un gesto, neanche fossero le razioni di cibo dei paesi dell’area sovietica, e con quella il comico si fa la stagione televisiva di turno, competendo con una chiappa della Belen. In questo mercato del quarto di bue, localistico, piccino picciò, spesso sessocentrico e fondato sulla presa-per-il-culo gratuita, ben rappresentato dal tormentone “sticazzi” del comico Martellone di Boris, due personaggi come i Gemelli che sanno fare moltissime cose, e bene,dove li metti? Sanno raccontare barzellette, sanno cantare molto bene, suonano (strumenti strani come la fisarmonica e il flauto traverso), alternano gag parlatissime a scene quasi mute, mettono insieme mimica, teatro di strada, poesia, lirica (Mitica è la scena del figlio di Pavarotti (Turra), con l’eterno asciugamano nel taschino e il volta pagine pasticcione (Manzalini) che sbagliando pagina lo forza a virtuosismi vocali esilaranti).

notte-italiana-gemelli-ruggeri-2236552_0x440Sopra la grevità dei doppi sensi e delle volgarità degli altri, volano oltre con lievità, riuscendo ad assemblare qualcosa alla portata di tutti (anche se il repertorio del rock anni 60 o quello lirico ormai è da intenditori) senza artifici o intellettualismi che affloscerebbero il tempo comico sempre puntato sull’ allegro giusto. Sono surreali non solo per il tipo di ironia, ma perché vengono da un altro mondo: a fine spettacolo presentano i libri che hanno scritto (no, ovviamente non sono le migliori cento frasi di Taricone ai tempi del GF). Turra, in Bologna ride (scritto con Lorenzo “Lerry” Arabia), narra la storia della comicità bolognese, quel movimento caleidoscopico di personaggi partiti dal Gran Pavese Varietà e approdati in costellazioni diverse, varie ed eventuali; Manzalini invece porta un libro di poesie, L’amore svenuto, e uno di racconti, Dubbi di un presunto scrittore.

Da Dubbi di un presunto scrittore:

cop150IL SEGRETO DEL SUCCESSO

Pur essendo un comico davvero mediocre ebbe momenti di grande popolarità e ciò, in generale, tutt’altro che strano. Strano fu, invece, il modo in cui raggiunse quella popolarità: non faceva ridere nessuno, ma riempiva ugualmente i teatri dove si esibiva poiché erano momenti così bui che tutta la gente non aveva nessuna voglia di ridere e lui era una garanzia.

Tra un ao’ brignanesco e una hoha hola pieraccioniana è quasi un presagio da augurarsi per la comicità italiana.

Nicole Pilotto… for malacopia