E poi c’è Tyler che mi caccia una pistola in bocca…

Fight club/La Prima Regola, liberamente ispirato all’universo di Chuck Palahniuk, in scena al Teatro Trastevere dal 4 al 23 marzo 2014.

10002628_749637608404574_626195696_nOgni qualvolta si parla di Chuck Palahniuk nasce sempre una grossa curiosità, sia esso un dibattito sul suo stravagante autorato, o un film tratto da un suo romanzo o addirittura uno spettacolo tratto rispettivamente da film e romanzo.

In scena fino al 23 marzo al teatro Trastevere – al suo quarto anno di fortunata attività professionale – lo spettacolo Fight club/La Prima Regola, per la regia di Leonardo Buttaroni, rappresenta un’occasione ghiotta. Trae spunto dall’omonimo cult-movie uscito il 15 ottobre 1999 e diretto da David Fincher, che a sua volta è tratto dal romanzo dell’autore ucraino-americano, pubblicato nel lontano 1996.

1974694_749637188404616_1954680323_nNessuno come Chuck Palanhiuk è riuscito a raccontare con tanta verosimiglianza ed approfondimento la contemporaneità e le sue nevrosi, alcune vissute sulla propria pelle. Sarà stato per il suo percorso esistenziale ma proprio in virtù di questi presupposti il suo linguaggio e la sua sintassi, seppur ispirati a dei precursori come Bret Easton Ellis, hanno inventato un genere, una tipologia, una tendenza. Nessuno come lui ha saputo tradurre il pensiero contemporaneo in racconti assolutamente verosimili nel loro essere astratti ed improbabili.

Lo spettacolo in causa inizia (e termina) con l’aria di Almirena Lascia ch’io pianga dal Rinaldo di Georg Friedrich Händel come a dire che si assiste ad una corsa in discesa, e lo è – buona trasposizione del romanzo. Il regista usa lo spazio, seppur tradizionale, in modo anti-convenzionale. Gli attori vengono continuamente in sala, utilizzano lo spazio a tutto tondo, rendendo parte attiva della vicenda gli spettatori, testimoni oculari di una inevitabile fine. Numerosi anche i momenti di assoluta comicità, come la scopata epica alla finestra fra Tyler e Marla o la rocambolesca corsa in auto finita tragicamente. Particolari anche le luci di Gianni Grasso, che isolano e sospendono i vari momenti sia pur in uno spazio ridotto; un buon uso della fredda luce al neon che, sospese sugli attori, creano suggestive atmosfere.

10008501_749637465071255_810096310_nLa storia: Lui anonimo impiegato con grossi problemi di insonnia che, per risolvere la sua patologia, frequenta svariati e anonimi gruppi di terapia, che si ripartisce amichevolmente con la sua partner Marla Singer, fin quando non incontra Tyler Durden che lo coinvolge fino a diventare il co-fondatore del Fight Club poi tramutatosi in seguito in Progetto Kaos. Ma ben presto il gioco diventa pericoloso poiché gli intenti del Club e dei suoi accoliti, battezzati Scimmie Spaziali, son quelli di incidere in maniera letale sulla decadente società contemporanea. La morte di uno di loro porterà all’inevitabile scioglimento del gruppo nonché a rivelare la vera natura del rapporto che lega l’incognito sconosciuto a Tyler Durden. I due sono, invero, la stessa persona che in uno sdoppiamento di personalità, alla Stevenson di Dr Jekyll e Mr Hyde, sovrappongono le carte di un atipica esistenza fino a farle combaciare.

10009723_749637135071288_761258869_nI due protagonisti su cui si regge l’intero spettacolo ben tengono fede al mistero che si svelerà nel finale, anche interpretativamente. L’Io narrante, assunto da Diego Migeni, tutto compunto e serioso, bacchettone e castigatore in quei panni, è a suo perfetto agio, parla spesso in terza persona rivolgendosi al pubblico per tutti i necessari raccordi narrativi, che facilitano ulteriormente lo sviluppo drammaturgico. Il Tyler di Alessandro Di Somma, in giacca di pelle rossa, identica come l’indossava Bred Pitt nel film, frenetico, ossessivo, strippato ed adrenalinico è il vero perno dello spettacolo. Accompagnano la rappresentazione il nutrito gruppo dei bravi Marco Zordan, Yasser Mohamed, Matteo Fasanella e lo stesso regista Leonardo Buttaroni, una sorta di circo delle meraviglie in cui gli attori sono pronti a mutarsi in breve tempo in svariati personaggi. Una menzione a parte merita la Marla di Cecilia Cinardi, che riesce a mettersi in evidenza in modo davvero personale ed incisivo.

Un colpo di pistola metterà fine allo spettacolo e il sipario può richiudersi sul vuoto esistenziale.

Mario Di Calo per malacopia

Ass. Cult. Cattive Compagnie e Compagnia Mauri Sturno presenta
Fight club/La Prima Regola, con Diego Migeni, Cecilia Cinardi, Alessandro Di Somma, Marco Zordan, Yaser Mohamed, Matteo Fasanella, Leonardo Buttaroni
regia di Leonardo Buttaroni, scene di Paolo Carbone.

Malacopia ringrazia Manuela Giusto per le foto.