il viaggio è nella testa

Quando ero piccola desideravo enormemente vivere in un altro tempo. Un tempo in cui ci si vestisse con le gonne lunghe e si viaggiasse in carrozza. Ovviamente volevo vivere da ricca in un altro tempo, non avevo minimamente messo in conto come sarebbe stato vivere da sfigata nel 1600, ad esempio, ma i bambini – si sa – sono ottimisti.

Poi crescendo ho valutato che, ad esempio, nel 1600 non c’erano gli antibiotici e che io, che ho convissuto con le più orrendi tonsilliti, sarei probabilmente crepata nei primi anni di vita… E ho concluso che, in fondo, vivere in questa epoca e da questo lato del mondo aveva i suoi vantaggi.

Trovo quindi lievemente sgradevole l’attuale moda del “OOOOH COME STAVAMO BENE UNA VOLTA!“.

Ultimamente mi è arrivata sotto mano una di queste pippe qui, appunto, che non so se sia davvero scritta da Coelho come c’è scritto in fondo, ma in ogni modo è davvero interessante.

Ve la propino punto per punto:

1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag…

No infatti. Ricorderei che un’auto a 50 km all’ora che sbatte contro qualcosa diventa una trappola perfettamente mortale per una persona leggera come un bambino che sfonda facilmente il vetro col crapino per andarsi a schiantare nei campi circostanti. Ehi però! Chissà com’era bello allora: sarà stata tutta campagna!

2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo…

Idem come sopra. Comunque, se vai su qualche isoletta dove non arrivano le auto puoi ancora farlo su un’ape o su un trattore. E non sarà un’esperienza che ti cambia la vita comunque.

3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.

Che meraviglia! Davvero, andrebbero reintrodotte, se no come faremmo a prenderci un canchero da anziani?

4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.

Infatti! Somma delizia! Conosco infatti almeno un mio coetaneo che si è trincato la candeggina e ancora tossisce. Poi ce n’era uno con devastanti ustioni e… Mio padre negli anni ’70 metteva i paraspigoli al tavolo (autoprodotti)… Che uomo insopportabilmente moderno!

5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.

Che notoriamente non è AFFATTO uno strumento utile per non aprirsi il cranio come un melone!

6.- Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale…

Anche oggi, pensate, e perfino dalle fontanelle. Massima trasgressione!

7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!

O coi platani. ma purtroppo siete sopravvissuti per poter scrivere queste perle di saggezza. Che culo!

8.- Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari… Cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile….

Ma voi date cellulari ai vostri figli!?

9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà).

Si vede che io che venivo parcheggiata a scuola negli anni ’70 fino alle 16,30 ero un’eccezione. Eppure mi ricordo un sacco di gente al doposcuola!

10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di
nessuno, se non di noi stessi.

Ma perché voi chi denunciate se vostro figlio cade e si rompe? E poi: se un ente pubblico tiene male un giardino e qualcuno si fa male vi sembra una roba modernista denunciare???

11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare…

Mangiavate di merda almeno dagli anni ’60 in poi e i problemi di sovrappeso li avete adesso che il vostro metabolismo sconta il mangiare di merda di una vita.

12.- Condividevamo una bibita in quattro… Bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.

Perché secondo voi oggi i bambini cosa fanno?

13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet… Avevamo invece tanti AMICI.

Ma sta roba ai figli, ribadisco, chi la dà??? E tutti i bambini che oggi, povere vittime, restano fino alle 17 a scuola e non mangiano con il loro papà quello che cucina la loro mamma casalinga cosa pensate che abbiano a scuola? Conoscenti?

14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.

Il telefono esiste dal 1871, forse voi andavate a suonare perché eravate dei grandissimi scassamaroni!

15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano
delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.

Adesso ci andate? Io ci andrei…

16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né d’iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.

Certo, era bellissimo. Se scrivevi con la sinistra te menavano finché non scrivevi con la destra, se non riuscivi a leggere ti bocciavano così leggevi male pure l’anno dopo. Anzi, che peccato non essere andati a scuola negli anni ’30. Essersi persi tutte quelle belle bacchettate sulle dita e ginocchia sui ceci!

17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità … E imparavamo a gestirli.

La grande domanda allora è questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere? E a crescere e diventare grandi?

Infatti, siamo una serie di generazioni di merda. Incapaci di modificare l’esistente.

E dimenticavo: come non parlare della delizia dei geloni?

…nostalgicamente vostra

Marina Pagliuzza per malacopia