Candy Candy, prima eroina giapponese delle anime, quelle che per noi sono stati i cartoni animati, nel genere «per signorine» (shojo) si prepara a compiere 40 anni. O meglio, il manga (serie a fumetti) che ha dato il la al suo anime, festeggerà il traguardo il prossimo aprile. (da Corriere.it)

Ma la notizia cop

Correva l’anno 1975. Muoveva i primi passi la Microsoft e il sogno di una scatola più utile del vaso di Pandora, si inaugurava la Disneyland italiana sul Garda(land) dove entravi asciutto ed uscivi fracico, gli adolescenti cominciavano la lobotomia domestica da videogioco con il ping pong Atari, la TV ci informava che esisteva un pianeta di nome Vega che voleva conquistarci (aiutooo) ma meno male che c’era Goldrake e quel gran fifone un po’ cartonato, idolo delle teen agers, Actarus, bello e maledetto e con la tartaruga con gli angoli perfettamente simmetrici.

In questo turbine evolutivo dove tecnologia, tempo libero, fantasia e comunicazione rilanciano la figura positiva dell’uomo, che comincia a pensare che oltre il Comunismo c’è di più (nel 1975 si chiude la Guerra del Vietnam), una disegnatrice giapponese, Yumiko Igarashi, crea un personaggio per i manga in una storia dolce e calorica, dove scorrono miele e buoni sentimenti e ci scappa pure qualche lacrima.

Malacopia_CandyCandyi_2Nasce così Candy Candy (all’anagrafe Candice White) prima eroina del cartaceo d’intrattenimento e qualche anno dopo starlette  della neonata TV.

La nosta Candice subito si presenta al suo pubblico come una sfigata ma di quelle gold che nemmeno l’abluzione nell’acqua santa può salvare. Vive in un un orfanotrofio che si chiama casa di Pony (ex maneggio?); vigila su di lei l’inedita coppia Miss Pony-suor Maria, madri putative dei Village People; divide la sorte con l’amica orfana Annie, che di lì a poco verrà adottata, lasciandola solo con il complesso del brutto anatroccolo biondo. Inizia, quindi, la metamorfosi in piccola Jane: parla con un procione di nome Klin, si arrampica sugli alberi meglio di Cita, si distingue dagli altri orfani per uno strano stivale che fa sospettare un piede equino (l’anello mancante cercato da Darwin?).

Un giorno batte la testa a terra (e si spacca la nuda pietra, visto il capoccione) e crede di vedere un kilt e una cornamusa addosso ad un antenato di Brad Pitt (ah Candy, stai negli States e non in Scotland), che in realtà è il classico biondo candeggiato e blasonato made in America.

Malacopia_CandyCandyi_1Candy, peggio di una zecca cavallina, fa le poste fuori il cancello del palazzo del tipo, un certo Antony, finchè la vecchia zia Elroy scopre il pasticciaccio, convoca miss Caramella, che ha appena pulito la stalla della famiglia Legan, puzza ancora di sterco equino e si esprime con slang da contado. Viene messa alla porta ma non si rassegna. Antony and cousins convincono il misterioso zio William ad adottare Candy e alla fine, dopo tre angioplastiche della zia Elroy, l’obiettivo è raggiunto. Tutti sono felici  e si vola a London: gli Andrews frequentano la Royal Saint Paul School e qui si ritrovano anche i cattivi della storia, Neil and Iriza Legan.

Miss Caramella Caramella diventa la zimbella della scuola. Quella malalingua di Iriza ricorda il suo passato da contadinella delle praterie, che si aggira con un procione piuttosto che con uno chiccoso levriero, che mangia cime di rapa anziché cavolini di Bruxelles, che dorme in una stalla su paglia e fieno, orrore per le compagne di classe ammiratrici dello Chateau d’Ax.

Malacopia_CandyCandyi_3Unica nota piacevole l’odi et amo con Terence, rampollo british, pieno di quei luoghi comuni (all’epoca del serial) trasgressive: capelli lunghi, sigarette, scazzottate, slinguate idrauliche e  mani morte su quel poco po’ di tetta in corpi femminili da tabula rasa.

Provano a sperimentare l’arte dell’amore ma Candy scappa spaventata (chérie, non era mica una pistola nella tasca quella che hai sentito quando ti ha abbracciato!). Suor Gray sclera, Iriza esulta. Foglio di via e back in U.S.A.

Candy diventa infermiera maldestra, cambia-cateteri e devastatrice di uretre, e Terence finisce in calzamaglia in teatro tra Montecchi e Capuleti. Tutto procede finché Candy non decide di andare alla prima. La sfiga è implacabile: non arriva in tempo per lo spettacolo (scioperi dei treni, incidenti, epidemie) e quando il Romeo/Terence pensa a lei prima di una battuta a Susanna Giulietta le cascano tutte le quinte addosso. Boys, that’s bad luck!

Malacopia_CandyCandyi_4E dopo sogni infranti, lacrime e suspire, antidepressivi da 600 mg e sedute di ipnosi con il pendolo di Foucault, data la gravità del caso, uno dei suoi più vecchi amici, spalla nei momenti di crisi, Albert, alla puntata 326, quando le era successo proprio tutto tranne la morte, le rivela di essere il tanto sospirato zio William, l’anonimo  benefattore.

La Candy del 1975 pianse e ringraziò. Tutti sappiamo, però, che in realtà, avrebbe voluto dirgli, dopo le mille infeste avventure e ormai dimentica del blasone: “Albert, ma vaff…!”.

The end.

Franz Iaria per malacopia