Malacopia_racconti_di_primaveraGioco come sempre con la fantasia, me ne sto seduta al tavolino di un bar, ordino un caffè, nervosa o non nervosa non si sa. Tanto io sembro sempre poco a mio agio. Sono in un tremendo ed imbarazzante anticipo. Mi siedo in un angolo, da cui non posso vedere chi entra e chi esce, adesso ordino un bicchiere di vino rosso e aspetto un amico che deve arrivare. Faccio un gioco nel gioco, assaggio il vino, poi inizio a far ruotare il bicchiere tra le mani e non bevo più, il vino è buono, ma l’attesa mi rende euforica di più. Il pensiero di lui che sta venendo da me mi dà alla testa. Il gioco è ruotare il bicchiere con la mano, sempre un po’ più velocemente. Muovo il vino in maniera ardita, come la mia mossa di oggi, come l’essere qui ad aspettarlo, ma se ne esce una goccia, mi alzo e me ne vado, sennò aspetto, e continuo a sentirmi vincente almeno in questa mano della partita. Ruoto ruoto, cade una goccia sul tavolino, allora afferro la borsa e appoggio la mano sul piano del tavolo nel gesto di alzarmi e andarmene, abbandono il tavolo da gioco, ho perso, le mie carte sono rovesciate e rosse, come il vino, sono semi rossi, cuori e quadri, oggi perdo. In questo gesto di un attimo, alzo lo sguardo, e c’è lì davanti a me un uomo che mi sorride, è vestito di nero, forse le sue carte vincono sulle mie, allora perché non concedergli una mano, è chi vince o chi perde a chiamare l’ultimo giro? Ora il mio viso ha il colore delle carte che credevo perdenti, ho ancora una carta nella manica, non è un asso di picche, è il jolly, sono ancora lì immobile in quel gesto di abbandono del tavolo del mio gioco, e lui dice: “Camminiamo e facciamo quattro chiacchiere”. Con la mia faccia tosta gli rispondo: “Ti ho visto arrivare, andiamo”. Non mi ero accorta che la mia mano sul tavolo appoggia esattamente sulla goccia rossa di vino. Lo so, la sento sotto al palmo, ma quando guardo il tavolino, fingendo di controllare se non dimentico nulla, non c’è più, ho spinto ben bene il palmo sul piano che ora sembra pulito. Usciamo, e io dentro di me rido perché lo so che la fortuna va sempre un po’ aiutata e poi son troppo curiosa di sapere se paga anche il gioco d’azzardo.

Simona Cicognani