Malacopia_Giugno-2015_Profumo 1

Abbiamo letto del profumo dei libri: la sensazione affascinante del buono odore di carta e di inchiostro che si mischiano in una combinazione magica prima di tradursi in parole. Ma cosa accade quando cominciamo una storia? Quando la lettura è già iniziata, e abbiamo già immerso mente e cuore e stomaco nella trama di un racconto?

Il vero profumo della lettura viene dalla storia stessa. Fateci caso: a ogni storia inventata, letta e scritta, associamo un profumo. Abbassiamo le luci per un momento, chiudiamo gli occhi: è lì, lo sentite? È la fragranza del ricordo.

Malacopia_StoriaInfinitaPosso rievocare ciascun aroma delle storie che ho letto.

Per esempio, “La Storia Infinita” sa dell’odore che aveva l’aula pulita della mia classe, perché alle elementari portavo il libro a scuola e lo leggevo non appena giungevo. Mio padre mi accompagnava molto presto, prima che la campana suonasse, e quando non mi perdevo nei giochi di bambina insieme ai compagni che come me aspettavano l’inizio delle lezioni, aprivo il libro, annusavo l’aria, e in un attimo ero con Atreyu a combattere il Nulla, o con Bastian, chiusa nella soffitta, a tremare di emozione.

“Il Baule dei Sogni” narra le avventure di una cresciuta Anna dai Capelli Rossi e ha l’odore – il primo odore – della mia casa. I miei genitori l’avevano da poco acquistata e rimessa a nuovo, e prima di andare ad abitarci, prima di chiamarla “casa”, mia madre mi portava insieme a lei per controllare che i lavori procedessero come dovevano. La cucina era già ultimata: luminosa come non ne avevo mai vista una, con le pareti così bianche da ferire lo sguardo. Mi sedevo a tavola, aprivo il libro, iniziavo la lettura: e sapeva di fresco, di vernice, di primavera, perché le imposte erano sempre spalancate, e di un mondo tutto nuovo che aspettava a sua volta che venisse raccontata una storia: la mia.

Malacopia_delitto-e-castigo“Delitto e Castigo” sa d’inverno: di tè caldo, di solitudine e dell’odore un po’ stantio della vecchia sedia a dondolo dove mi rifugiavo, armata di coperta e biscotti, per incontrare il mio Raskolnikov. Più procedevo nella lettura, più m’innamoravo di lui, del suo carattere ermetico, della sua incapacità di mantenersi coerente con i suoi scopi; mi innamoravo della sua forza, del suo tormento, e della sua resa di fronte al peso della coscienza. Era come essere a San Pietroburgo, sulla Nevskij: sentivo l’odore del fiume, della città e della neve, del suo cappotto vecchio e della casa dove viveva, proprio sopra l’appartamento della vecchia usuraia.

Malacopia_la-storia-di-lisey-di-stephen-king“Storia di Lisey” ha l’odore di Torino quando fa molto freddo. Chissà perché, leggo più volentieri durante l’inverno. Questo è un libro che sa anche di lago, di fiori viola e d’acqua dolce, dove il ricordo si confonde con la fantasia: quel luogo insieme oscuro e bellissimo, la fonte da cui ogni narratore attinge quando sta per creare un’opera d’arte.

E di castagne, inverno e freddo sa anche “La Cura”, di Hermann Hesse, e anche di biro e di tabacco: prendevo appunti su un taccuino quando, da sola, il sabato pomeriggio, giravo per la città in cerca di una panchina sgombra dove poter finire la mia lettura e aspirare avidamente il profumo delle sigarette di passanti sconosciuti.


Malacopia_camperViolaRicordo bene l’odore dell’ultima storia letta
: sa di estate e canicola, di caffè per tenermi sveglia; ho tenuto fra le mani un testo che mi ha stupita, affascinata, avvinta e conquistata. L’ho letto di notte, anche se avevo terminato di lavorare tardissimo, anche se avrei dovuto alzarmi presto il giorno dopo: perché il profumo della letteratura, quando lo annusi, non puoi più smettere di volerlo ancora a fondo nelle narici e nell’anima.

Che cosa ho letto? Non posso dirvelo; ma se avrete pazienza, lo scoprirete proprio tra queste pagine virtuali. A proposito, lo sentite, proprio adesso e qui, questo nuovo profumo?

Erika Muscarella per malacopia