I BARATHEON

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I fieri Baratheon, la casata del cervo rampante, non sono famosi nei Sette Regni per il loro acume, e in più occasioni hanno dimostrato che “Our is the fury” è un motto molto indicato per questa casata decisamente poco dedita a pensare prima di agire: con una lungimirante tendenza ad affrontare i problemi con una carica frontale, sono infatti riusciti a decimarsi nell’arco di poche centinaia di pagine.

Per loro ogni momento clou della storia è andato a coincidere con un assassinio, un massacro o una tragedia. D’altra parte i pruriti del fu Re Robert hanno dato l’avvio a tutta la questione della ribellione, e sarebbe fin troppo facile un “what if…” che partisse dall’ipotesi che il grosso condottiero avesse preferito sposare un’altra (anche se una moglie come Lysa Tully, sveglia come una tinca, avrebbe riservato dei siparietti deliziosi). Partiamo quindi dall’assunto che Robert abbia amato alla follia Lyanna Stark, abbia messo in piedi una ribellione (che contro ogni previsione ha avuto successo) e infine abbia salutato il mondo grazie a un maiale troppo cresciuto (e qui il sottile contrappasso di Martin è particolarmente apprezzato). Immaginiamo invece a un destino diverso per il suo caro fratello minore, il bel Renly.

Renly alla fine di tutto è il Baratheon meno fesso, ma che purtroppo è vittima di eventi ben al di fuori dal suo controllo. Devo essere sincero: quando l’ombra di Melisandre l’ha mandato all’altro mondo ero genuinamente dispiaciuto. La Guardia arcobaleno era un importante passo verso il primo Gay Pride di King’s Landing, e visto l’amore di zio George per il sesso estremo sarebbe stato un evento davvero imperdibile.

Se Renly fosse sopravvissuto all’assalto della Donna Rossa, sarebbe probabilmente riuscito a sottrarre ai Lannister la capitale, e di conseguenza il Trono. Stannis, lo sappiamo tutti, non si sarebbe mai piegato, ma i suoi vassalli non sarebbero stati tanto grulli da stare col vecchio pelato quando sul trono avessero avuto suo fratello, dotato del carisma di Lady Gaga e con l’appoggio di Alto Giardino. Facile quindi pensare che in un batter d’occhio tutte le terre della Tempesta, l’Altopiano e probabilmente anche i Martell si sarebbero uniti per fare la festa al leone di Castel Granito. A quel punto è facile immaginare che Catelyn avrebbe trovato un modo per stordire con un pianto ininterrotto il nuovo sovrano e trovare un accordo tra il Nord e il Trono, così che il suo ingenuo primogenito potesse impalmare senza timori la sua timida Westerling (o Talia la guaritrice a seconda della storyline).

Ecco, forse un corso degli eventi di questo tipo ci avrebbe privati di buona parte del divertimento: niente battaglia delle acque nere, niente duello tra la Vipera rossa e la Montagna, e troppe poche battaglie per soddisfare il nostro spirito sanguinario. D’altra parte riflettendoci ci avrebbe anche risparmiato la piaga di Brienne (che sarebbe rimasta a vegliare il suo bello senza dover vagare come un’anima in pena per i sette regni alla ricerca di Arya e Sansa), non avremmo avuto la tediosissima storyline del cavaliere delle Cipolle (che per quanto sia un brav’uomo è interessante quanto l’ortaggio da cui prende il nome) e forse avremmo avuto un esito diverso alla battaglia del Castello Nero. Non credo di essere l’unico in quel caso ad aver tifato per Ygritte, no?

Ecco, questo è quanto posso immaginare per i cari cervi coronati. Naturalmente non considero Joffrey e Tommen: davvero c’è chi li considera Baratheon?

Lorenzo Zampieri per malacopia

Illustrazione di Florian Contegreco