E dunque è assolutamente necessario morire…

Una Giovinezza eternamente giovane di Gianni Borgna, progetto Roma per PasoliniTeatro Argentina di Roma, dal 5 al 9 novembre. 

Malacopia_UnaGiovinezzaEternamenteGiovane_3Il progetto del Teatro di Roma, in omaggio al grande poeta di Casarsa, intitolato Roma per Pasolini, che prevedeva anche una lettura il 2 novembre di Ragazzi di Vita ad opera di Fabrizio Gifuni, chiude con Una giovinezza enormemente giovane di Gianni Borgna, uno spettacolo complesso ed inquietante.

Lo spettacolo è mbientato in una sorta di campo di concentramento con tanto di rete metallica elettrizzata che delimita il fondo scena, un fondale su cui vendono proiettate delle immagini di repertorio; o anche una trincea dove per davvero nella sua breve vita Pier Paolo Pasolini si sentì, braccato dai suoi stessi amici, braccato dalla sua stessa esistenza al limite della comprensione e dell’accettazione. Le sue posizioni furono all’epoca sempre estremistiche – che poi si son rivelate col tempo delle preveggenze se non previsioni catastrofiche e apocalittiche.

Un omaggio del compianto Gianni Borgna a P.P.P.,  che parte proprio dove quella breve vita ebbe termine, all’Idroscalo di Ostia, con tanto di cadavere/feticcio al centro della scena, doppio di quel Pasolini che si osserva, che si guarda allo specchio, che finisce per dialogare con se stesso.

Un autodafé dove, ancora una volta, un Pasolini da vecchio si concede, come sempre fece in vita, in pasto al suo pubblico di detrattori per farsi ri-processare ancora e ancora e forse definitivamente farsi assolvere per qualcosa che era assolutamente naturale e spontaneo in lui, un auto-cronaca rivissuta minuto per minuto nel suo impietoso tragico finale. Non è assolutamente in discussione l’operato del regista, del romanziere o del poeta – qui si discute la sua vita. Una vita stroncata proprio in virtù di quella scomoda indagine sull’Eni che Pasolini stava svolgendo in quegli anni e che sarà pubblicata da Garzanti, suo editore, postuma, solo nel 1992, con il titolo di Petrolio

Malacopia_UnaGiovinezzaEternamenteGiovane_2Ripercorrere l’intuizione di scrivere quel libro attraverso un articolo del Corriere della Sera fino al suo eccidio, la sera del 2 novembre del 1975, per conto di un gruppo di balordi manovrati sicuramente da chi era coinvolto direttamente in quella indagine acuta e approfondita. Il pretesto per ricordare luoghi e persone care, come la diatriba con quell’Italo Calvino con cui confrontarsi sullo scontro fra padri e figli, eterno dilemma. Le nuove generazioni van protette e difese e non vanno vissute come un fattore politico. Lui che figli non ne aveva, aveva perfettamente compreso la fragilità e il potenziale sommerso di chiunque fosse, dai giovani poliziotti ai pariolini viziati ed arricchiti per finire ai ragazzi di borgata che tanto lo attraevano. Purché giovani. Le colpe son tutte da attribuire ai padri che non hanno saputo dialogare con i propri figli, le stragi son da attribuire ai rocamboleschi cambiamenti di costumi.

E dunque è ‘assolutamente necessario morire’, solo dopo la morte ci si può osservare e rivivere con un intensità oculata ogni singolo episodio  della propria esistenza.

Un morte cercata, amata e ambita nel più profondo dei desideri. Se Pier Paolo Pasolini avesse continuato a vivere oggi avrebbe qualche anno di più dell’interprete e protagonista assoluto della serata Roberto Herlitzka, e la somiglianza frai due è assolutamente impressionante. Scheletrico, affaticato non senza autenticità e spontaneità, tratteggia un Pasolini non personaggio ma uomo fra gli uomini. Una via crusis condotta con un incisiva classe e un portamento distinto, vissuta a tappe fra sabbia e stoppie ma anche fra bidoni vuoti abbandonati che rimandano al titolo del libro in questione. Legge, interpreta cita brani famosi, gioca con la voce propria registrata in una eco di se stesso. Un elogio assoluto alla solitudine scenica. Questo esemplare e straordinario attore, che ormai volge verso la maturità, è una testimonianza vigorosa di rigore e di modernità al tempo stesso. Modula la voce e il portamento in un unico respiro, in una unica connessione sintetica. E quando, a tragedia conclusasi – l’essenziale e rigorosa regia di Antonio Calenda – proietta sul croma key le immagini tratte dal film Il Vangelo secondo Matteo, dove a piangere suo figlio morto sulla croce è proprio Susanna Pasolini, che il regista volle come interprete di Maria, è un momento davvero emozionante.

Il buio dovrà per forza riaccendersi su questo delitto, che ci coinvolge tutti, e dovrà per forza di cose trovare un colpevole. Un mare di applausi! 

Mario Di Calo per malacopia

Malacopia_UnaGiovinezzaEternamenteGiovane_1Una giovinezza enormemente giovane
ispirato ai testi di Pier Paolo Pasolini di Gianni Borgna
regia Antonio Calenda
con Roberto Herlitzka
scene Paolo Giovanazzi
luci Nino Napoletano
Produzione
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
in collaborazione con Mittelfest 2013
Lo spettacolo va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste