Circa Chiara Di Martino

(Napoli, anni ’80; salone di un grande appartamento, schermo nero: solo un ticchettio). Da bambina ribatteva con la macchina per scrivere - una vecchia Olivetti Lettera 35, che ancora ha - tutte le favole che le regalavano. Invece di leggere, scriveva; leggeva, per la prima volta, scrivendo. Giornalista dal 1998, per 10 anni ha collaborato alla cattedra di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione all’Università di Salerno e oggi, finalmente e con un po’ di ritardo, è dottoranda alla Federico II di Napoli e fa ancora la giornalista. La scenografia è sempre la stessa, solo che oggi scrive cose non copiate. Se fosse nata in un altro secolo, forse sarebbe stata una poetessa (non per meriti sul campo, più che altro per aspirazione).

Diario di bardo – Parigi

Di |2018-03-02T12:57:38+00:00Settembre 8th, 2014|Il diario di bardo, Lifestyle, malacopia, Racconti, Società, Tendenze, Turismo, Tutte le categorie, Viaggi|

Apologia di una città amata. Gli stranieri li riconosci subito, per lo più perché alle prime gocce di pioggia si affannano a cercare un ombrello da aprire. Gli altri, quelli di qui, si lasciano accarezzare da quest’acqua pendente, senza cappuccio. Quelli più insofferenti, al massimo, fermano il passo sotto un tendone, estraggono lo smartphone e aspettano. I dipendenti [...]

Una Mostra Impossibile

Di |2018-03-02T12:58:32+00:00Aprile 30th, 2014|Arte, Digitale, malacopia, Mostra, Pittura, recensione, Tutte le categorie|

A Walter Benjamin, che all’apparire di nuove tecniche di produzione, a inizio Novecento, espresse la sua esitazione sulla riproducibilità dell’arte, forse non sarebbe piaciuta “Una Mostra Impossibile”, dal 3 dicembre al Complesso di San Domenico Maggiore di Napoli (se pure non volete vedere la mostra un giro fatecelo lo stesso, perché è un incanto) e [...]

Come si dirà Battiato in arabo?

Di |2018-03-02T12:59:29+00:00Novembre 29th, 2013|Concerti, Musica, Teatro, Tutte le categorie|

Se Franco Battiato avesse approfondito la sua conoscenza dell’arabo, noi non avremmo mai ascoltato L’era del cinghiale bianco. Ma meno male che non ci è andato a Tunisi: non solo per l’album in sé, ma perché quel disco rappresenta la transizione del cantautore catanese dalla musica d’avanguardia europea a un genere più pop che non [...]

Torna in cima